Web, digitale e dipendenze
Sulla dipendenza da internet, ad oggi, sono presenti tantissimi esempi e molti documenti stilati da professionisti.
D’altra parte stiamo vivendo tutte e tutti in un epoca che da molti viene definita come di overdose digitale, ma nessuno chiede (in realtà) un assenza di questi strumenti, piuttosto si dovrebbe avere una giusta regolazione di se nell’approcciarsi a questi strumenti.
Una “dieta” da applicare alla dipendenza da strumenti elettronici occorre sia a curare una forma che nei fatti è di dipendenza, e da un altra parte occorre ad evitare di perdere tempo su internet.
Una volta superata questa forma di dipendenza potrete anche mettervi ad osservare in tutta tranquillità i costi di questi strumenti senza avere le reazioni fisiche e mentali che si hanno invece quando la dipendenza sussiste, quindi tornerete ad essere padroni delle vostre scelte e potrete consultare costi, collegarvi a siti che vi mandano in continuazione notifiche scegliendo quando e come approcciarvi a questo mondo.
Esempio di dipendenza digitale
Può capitare di entrare in metropolitana e avere lo smartphone scarico oppure di averlo scordato nel luogo dove si è stati in precedenza.
Questo è uno scenario ipotetico che però può verificarsi per ogni persona, ma cosa troverete davanti a voi in tale contesto? Se osserverete le persone le ritroverete tutte o almeno la stragrande maggioranza, con i volti verso degli schermi, e cosa denota ciò? Rapporti umani azzerati completamente.
Andando ad osservare i numeri di questa forma particolare e “giovane” di dipendenza rispetto ad altre forme, alcuni studi internazionali portano un esempio secondo cui un utente medio guarda lo schermo del proprio smartphone almeno 150 volte al giorno. Da una parte questo numero evidenzia che sussiste un riflesso motorio condizionato da un trillo, dall’altra sono coinvolte altre problematiche quali:
- ansia
- stress
- aspettative
tutte sintomatiche di una condizione che è stata scientemente voluta, basti pensare al sistema delle notifiche. Qui in questo articolo noi non abbiamo l’intenzione di bocciare tout court questi strumenti, ma solo quella di consigliarne un impiego regolato e gestito da chi ne usufruisce.
Viene calcolato anche un altro fattore, all’incirca ogni 3 minuti pare che una notifica vada ad interrompere il regolare svolgimento della vita, e queste notifiche richiedono circa un minuto per consentire la ripresa della concentrazione.
Alla luce di questi dati si comprende che parlare di “overdose digitale” significa focalizzare bene il problema al quale comunque si può far fronte auto regolamentandosi.
Contesto sociale e Digital Detox
Negli esempi sopra esposti si colloca la “norma” attuata da specifici siti che tutti ormai conoscono, loro attuano tale modo di catturare l’attenzione, sta a chi usufruisce di questi siti non permettere loro di condizionarle, e qui entra in atto il cosiddetto digital detox che tradotto significa: disintossicazione dal digitale.
La digital detox si basa su procedimenti graduali di “disintossicazione” attuati attraverso una regolamentazione del proprio tempo, questo metodo risulta tra i più efficaci per la riduzione dello stress e al fine di controllare le dipendenze da dispositivi elettronici, app o social network.
Si tratta di un grande lavoro verso se stessi che va condotto con determinazione e in maniera progressiva.
Riprendere delle abitudini avendole trasformate
Una volta che vi sarete sottoposti ad una disintossicazione, potrete riprendere le vostre abitudini, fare acquisti di notebook o smartphone sapendo che non saranno più questi strumenti a controllare voi, ma sarete all’opposto voi a gestire i vostri stessi accessi. In tal senso se ad esempio cercherete dei notebook di fascia media cliccando su un link non sarete più condizionati dal falso bisogno di connettervi sempre e in maniera continuativa, insomma avrete trasformato una dipendenza in uno strumento per voi stessi.